Ultimo appuntamento con il dottor Luca Saita, psicologo e psicoterapeuta di Roma, e la rubrica “Penso Positivo”. Oggi parliamo della fine dell’Estate e all’anno che verrà che pare un incubo, perché? Come rimanere comunque positivi?

Ultimo appuntamento con il dottor Luca Saita, psicologo e psicoterapeuta di Roma, e la rubrica “Penso Positivo”. Oggi parliamo della fine dell’Estate e all’anno che verrà che pare un incubo, perché? Come rimanere comunque positivi?
Elena Torre oggi presenta in Estatissima il libro “40 cappotti e un bottone” di Ivan Sciapegoni.
La trama:
Estate 1942. Alla stazione di Nonantola, in provincia di Modena, scendono quaranta ragazzi e bambini ebrei. Sono scappati dalla Germania nazista grazie all’organizzazione di Recha Freier e, con i loro accompagnatori, stanno cercando di arrivare in Palestina, ma la guerra li ha costretti a continui cambi di direzione: prima la Croazia, poi la Slovenia, ora l’Italia. A Nonantola vengono sistemati appena fuori dal paese, a Villa Emma. Sembra che il peggio sia passato. Ci sono lezioni, assemblee e i più grandi imparano mestieri che un giorno potrebbero essere utili. Tra i ragazzi e le ragazze di Villa Emma c’è anche Natan, che inizialmente vede tutta questa attenzione con sospetto. Bruciano ancora il ricordo del padre trascinato via nella notte, l’addio della madre e del fratello più piccolo. Eppure, a Villa Emma non ci sono stelle gialle da appuntare al cappotto, né ghetti, né retate nella notte. Sembra di essere in un mondo completamente nuovo, dove i contadini portano cibo, il falegname i letti, dove ognuno può fare la propria parte. Con l’otto settembre del 1943, però, a Nonantola iniziano ad accamparsi le truppe naziste e per i ragazzi di Villa Emma c’è una nuova fuga da organizzare. Questa volta non sono soli, però, questa volta hanno un intero paese a lottare per loro. Una storia luminosa, inedita e sorprendente. Una storia vera. Uno squarcio di ottimismo nell’orrore della Shoah, 40 ragazzi messi in salvo da un’intera cittadinanza. Questo libro è per loro, per i salvati e i salvatori, perché non siano mai dimenticati. Ma anche perché ancora oggi la normalità del loro eroismo ci commuove e ci sfida a non abbandonarci a facili paure e all’indifferenza.
Undicesimo appuntamento con Federico Formignani alla scoperta di una Lombardia tutta da visitare da luoghi a musei. Oggi andiamo a Monza e visitiamo anche la sua provincia.
Nuovo appuntamento con la rubrica che ci sta facendo scoprire un secondo lato di quadri famosi insieme a Letizia Triches, storica dell’arte e bravissima scrittrice di libri gialli. Oggi analizziamo le DUE DAME di Carpaccio. Un dipinto che assomiglia a un giallo, disseminato di oggetti, animali, gesti e personaggi dal fare indecifrabile.
L’Oratorio di San Protaso al Lorenteggio fu costruito intorno al 1000 come cappella della vicina cascina/monastero dai monaci Benedettini, cui subentrarono poi gli Olivetani.
E’ la più piccola chiesa di Milano e sorge nello spartitraffico della via Lorenteggio.
Conserva al suo interno affreschi di varie epoche, il più prezioso un velario medievale.
Ci racconta tutto come sempre il nostro inviato Ermanno Accardi
La Fondazione Biscozzi | Rimbaud dedica una mostra davvero interessante a Salvatore Sava, classe 1966, scultore salentino tra i più significativi della propria generazione in Italia. La mostra comprende circa trenta lavori, che coprono un ampio arco della produzione dell’artista, oggetto delle acute investigazioni critiche, tra gli altri, di Luciano Caramel e di Giuseppe Appella. L’intento del curatore, il direttore scientifico Paolo Bolpagni, è di esporre anche diverse opere – di datazione fra gli anni Novanta e oggi – rimaste finora inedite, che svelano aspetti e ricerche di Sava restati in ombra, ma meritevoli di grande attenzione. Ci racconta tutto il nostro Stefano Resmini nella sua Solo d’Estate.
Decimo appuntamento con Federico Formignani alla scoperta di una Lombardia tutta da visitare da luoghi a musei. Oggi andiamo a Como e visitiamo anche la sua provincia.
Nuovo appuntamento con il dottor Luca Saita, psicologo e psicoterapeuta di Roma, e la rubrica “Penso Positivo”. Oggi parliamo del grande sogno della vita che è finito….e ora come ripartire?
Il nuovo progetto artistico dei Matia Bazar riparte esattamente da dove tutto ha avuto inizio, da un testo di Giancarlo Golzi, scritto prima della sua prematura scomparsa, ritrovato da Fabio Perversi (tastierista della band da oltre 25 anni) e musicato da Piero Cassano: il singolo Non finisce così, inedito del nuovo album The Best Of, prodotto da DM Produzioni di Danilo Mancuso e distribuito da ADA Music Italy, fuori su tutti i digital store. Il lavoro racchiude in dodici tracce alcuni dei successi del gruppo, oltre al brano inedito, e rappresenta un vero e proprio passaggio di testimone, la continuità di una storia eccezionale, all’insegna di uno stile che unisce ricercatezza e avanguardismo, tratti distintivi della band che continua ad essere un vero e proprio laboratorio musicale.
Dopo i vari cambiamenti, i Matia Bazar si presentano con una formazione rinnovata guidata da Fabio
Perversi (tastierista della band da oltre 25 anni), Piercarlo (Lallo) Tanzi alla batteria e voce, Silvio Melloni al
basso, tastiere e voce, Gino Zandonà alla chitarra e voce e Luna Dragonieri, voce solista.
Alessandro Fizzotti ha raggiunto telefonicamente Fabio Perversi
Sono trascorsi trent’anni dalla prematura scomparsa di Luigi Ghirri (Scandiano 1943 – Reggio Emilia 1992), figura centrale nel panorama internazionale della fotografia del secondo Novecento la cui fama ha oltrepassato prima i confini emiliani e poi quelli nazionali riuscendo a catturare l’interesse di alcune tra le più prestigiose gallerie, istituzioni e realtà museali di tutto il mondo.
Il Trentennale della morte vuole essere l’occasione per rinnovare l’interesse del territorio verso la cultura fotografica attraverso “Luigi Ghirri.
Luigi Ghirri, Italia in miniatura e nuove prospettive, a cura di Ilaria Campioli, Joan Fontcuberta, Matteo Guidi. Palazzo dei Musei, Reggio Emilia sino al 8 gennaio 2023. Ci racconta tutto Stefano Resmini.